Notizie della settimana dal 07 al 13 febbraio 2022

Notizie della settimana dal 07 al 13 febbraio 2022

MESE DI FEBBRAIO
GiornoDescrizione
06 Domenica44° giornata per la Vita
ore 8:30 S. Messa
ore 11:00 S. Messa
07 Lunedi'ore 21: 00 Incontro adolescenti
08 Martedìore 17:30 Incontro lettori
09 Mercoledìore 20:45 Incontro Catechisti
10 Giovedì--
11 Venerdìore 20:45 Incontro volontari Oratorio
12 Sabatoore 18:00 S. Messa prefestiva
13 Domenicaore 8:30 S. Messa
ore 11:00 S. Messa

Messaggio dei Vescovi per la 44° Giornata per la Vita

“Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15).

Al di là di ogni illusione  di onnipoten za e autosufficienza,la pandemia ha messo  in  luce  numerose   fragilità   a  livello  personale,  comunitario  e sociale. Non si è trattato quasi mai di fenomeni  nuovi; ne emerge però con rinnovata consapevolezza l’evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita.  Abbiamo  capito  che nessuno  può  bastare  a  sé stesso: “La lezione   della   recente   pandemia,   se  vogliamo   essere  onesti,   è   la consapevolezza di essere una comunità  mondiale  che naviga sulla stessa barca, dove il male  di uno  va a danno  di tutti. Ci siamo ricordati  che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme” (Papa Francesco, Omelia, 20 ottobre 2020}. Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita dal male, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione.

Questo è vero per tutti, ma riguarda  in maniera  particolare  le categorie più deboli, che nella pandemia hanno sofferto di più e che porteranno più a lungo di altre il peso delle conseguenze che tale fenomeno  sta comportando. Il nostro pensiero va innanzitutto alle nuove generazioni e agli anziani. Le prime,  pur  risultando  tra  quelle  meno  colpite  dal virus, hanno  subito importanti contraccolpi psicologici, con l’aumento esponenziale di diversi disturbi  della crescita; molti  adolescenti  e giovani, inoltre,  non riescono tuttora a guardare con fiducia al proprio  futuro. Anche le giovani famiglie hanno avuto ripercussioni negative dalla crisi pandemica, come dimostra l’ulteriore picco della denatalità  raggiunto nel2020-2021, segno evidente di crescente incertezza. Tra le persone anziane, vittime in gran numero del Covid-19, non  poche  si trovano  ancora  oggi in  una condizione  di solitudine e paura, faticando a ritrovare motivazioni ed energie per uscire di casa e ristabilire  relazioni aperte con gli altri. Quelle poi che vivono una situazione  di infermità subiscono  un  isolamento  anche  maggiore,  nel quale  diventa  più  difficile   affrontare con  serenità  la  vecchiaia.  Nelle strutture residenziali le precauzioni  adottate  per preservare gli ospiti dal contagio hanno comportato notevoli  limitazioni alle relazioni,  che solo ora si vanno progressivamente ripristinando.

Anche le fragilità  sociali sono state acuite, con l’aumento delle famiglie­ specialmente giovani e numerose- in situazion·e di povertà assoluta, della disoccupazione   e  del   precariato,   della   conflittualità  domestica.   Il Rapporto 2021di Caritas italiana ha rilevato quasi mezzo milione di nuovi poveri, tra cui emergono  donne e giovani, e la presenza di inedite forme di disagio, non tutte legate a fattori economici.

Se poi il nostro  sguardo si allarga, non possiamo fare a meno di notare che, come sempre accade, le conseguenze della pandemia  sono ancora più  gravi nei popoli  poveri, ancora  assai lontani  dal livello  di profilassi raggiunto nei Paesi ricchi grazie alla vaccinazione di massa.

Dinanzi a tale situazione, Papa Francesco ci ha offerto San Giuseppe come modello  di coloro che si impegnano  nel custodire  la vita: “Tutti possono trovare  in  San Giuseppe, l’uomo che  passa inosservato, l’uomo  della presenza quotidiana, discreta e nascosta,un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà” (Patris Corde). Nelle diverse circostanze  della  sua vicenda  familiare,  egli costantemente e in molti modi si prende cura delle persone che ha intorno,in obbedienza al volere di Dio. Pur rimanendo nell’ombra, svolge un’azione  decisiva nella storia della salvezza, tanto  da essere invocato  come custode e patrono  della Chiesa.

Sin dai primi giorni della pandemia moltissime persone si sono impegnate a custodire  ogni vita, sia nell’esercizio della professione, sia nelle diverse espressioni del volontariato, sia nelle forme semplici del vicinato solidale. Alcuni hanno pagato un prezzo molto alto per la loro generosa dedizione. A tutti va la nostra gratitudine e il nostro  incoraggiamento: sono loro la parte migliore  della Chiesa e del Paese; a loro è legata la speranza di una ripartenza che ci renda d vvero migliori.

Non sono mancate, tuttavia, manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, caratterizzate  spesso da una malintesa  affermazione di libertà  e da una distorta  concezione dei diritti. Molto spesso si è trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anch’esse in fondo vittime della pandemia; in altri casi, però, tali comportamenti e discorsi hanno  espresso una visione della persona umana  e dei rapporti sociali assai lontana  dal Vangelo e dallo  spirito  della  Costituzione.  Anche la riaffermazione del “diritto all’aborto” e la prospettiva di un referendum per  depenalizzare  l’omicidio  del consenziente “vanno  nella  medesima direzione.  “Senza voler entrare  nelle importanti questioni giuridiche implicate, è necessario ribadire che non vi è espressione di compassione-